L’amore che sconfigge la violenza

A Bukavu, nella R.D.Congo, padre Bernard Ugeux accoglie le ragazze vittime di soprusi, le cura, le protegge e restituisce loro il sorriso

Bernard Ugeux, belga, membro dei Missionari d’Africa

Le province orientali della Rd Congo da oltre vent’anni sono infestate da gruppi armati che saccheggiano le ricchezze del territorio e si avventano come avvoltoi sulla popolazione civile stremata dai soprusi. Le donne sono le vittime sacrificali di una guerra innescata con il collasso dell’ex Zaire. Nelle selve del Nord e del Sud Kivu, sfuggite da tempo al controllo del governo, si registrano sistematici casi di violenze e abusi. La missione delle Nazioni Unite dislocata nella regione ha contato oltre 15mila stupri accertati in un anno: il più alto numero di crimini sessuali registrati al mondo. Ma solo una piccolissima parte dei casi viene denunciata, l’impunità per i responsabili è quasi certa.

Donne violentate e poi seviziate: il marchio indelebile di una guerra senza fine. Le vittime sono spesso bambine, le più deboli e vulnerabili. A peggiorare la situazione c’è anche la miseria in cui versa gran parte della popolazione. A centinaia finiscono sulla strada, dove subiscono ogni genere di abuso, perché i loro genitori sono malati o vengono a mancare o semplicemente non hanno i mezzi per sfamarle.

Una piaga alimentata dalla disgregazione delle famiglie squassate dalla crisi socio economica. Nella città di Bukavu, capoluogo del Sud Kivu, c’è chi aiuta le ragazze congolesi in fuga dall’orrore, preoccupandosi di curarle, proteggerle, restituire loro il sorriso. È il Padre Bianco Bernard Ugeux (del quale abbiamo già parlato nel n. 1 del 2018).

«Le ragazzine sono due volte vittime innocenti – spiega l’infaticabile missionario di 74 anni -. Dopo essere state abusate, vengono considerate colpevoli per ciò che è successo loro: vengono ripudiate dalle comunità e restano abbandonate a sé stesse».

Padre Ugeux gestisce assieme a un’equipe di laici congolesi il centro Nyota, fondato nel 1986 dalle suore dorotee, che oggi funge da scuola e da rifugio per 250 ragazzine in fuga dall’orrore. «Sono ex bambine di strada, vittime di abusi e violenze, orfane o figlie di genitori poverissimi o impossibilitate a crescerle. Ogni giorno le giovani frequentano il centro, che fornisce assistenza sociale e psicologica, istruzione, educazione e formazione professionale. A lezione insegniamo francese, matematica, taglio e cucito, informatica e cucina – spiega la direttrice della scuola Noella Kadayi -. Affianchiamo le ragazze nel percorso di reintegrazione nella società, cerchiamo delle famiglie affidatarie o adottive disposte ad aiutarle, cerchiamo per quanto possibile di autofinanziarci attraverso la vendita di dolci o vestiti realizzati dalle stesse ragazze. Ma le spese sono importanti: circa 20mila euro all’anno per far funzionare tutta la struttura (l’80% sono gli stipendi di insegnanti, formatori, assistenti e psicologi). Circa 80 euro a ragazzina. Abbiamo bisogno di aiuto per continuare ad assicurare il nostro prezioso supporto a queste sfortunate giovani in cerca di riscatto».

Vuoi aiutare? Invia la tua offerta alla Onlus Amici dei Padri Bianchi indicando il progetto n° 1-2020