Progetti realizzati

PROGETTI REALIZZATI DAL 2010 AD OGGI

Ghana, un aiuto ai malati psichici

Nel dicembre 2020 durante il mio soggiorno a Wa (Ghana), mentre distribuivo i pasti assieme ai volontari del gruppo Holife (House of Liberation for Empowerment) ho incontrato Agostino e Mary.

Agostino, viveva per strada, faceva uso di cocaina  ed alcool.  Mary, sposata con tre figli, si era persa in città e non ricordava da dove venisse. Situazioni queste che come tante altre non lasciano molta speranza.  Ma,  grazie alla presa in carico dei volontari che settimanalmente li incontravano, si è creato un legame di  fiducia. Isaac, infermiere psichiatrico che fa parte del gruppo di volontari è riuscito ad agganciarlo per iniziare terapia con psicoformaci.

Dall’ultimo report ricevuto in marzo, ho saputo che Agostino da un anno prende le terapie, ha iniziato un lavoro e partecipa regolarmente agli incontri coi volontari.  Anche Mary  è stata presa in carico dal gruppo sia  per recuperare la  sua  famiglia  sia per accertamenti sanitari. Infatti, Mary, da bambina aveva avuto crisi epilettiche riacutizzatesi alla nascita della terza figlia. Ora la signora è in cura con psicofarmaci, le  è stata trovata una occupazione come addetta alle pulizie in una scuola e tutta la sua famiglia è coinvolta nel lavoro riabilitativo.

         Tutto ciò è stato possibile da quando nel 2016 il vescovo Richard Kuuia Baawor (padre Bianco) della diocesi di Wa, Upper West Region Ghana, ha lanciato il progetto ” un sogno” per la costruzione di un centro riabilitativo e di presa in carico di persone con problematiche psichiche.

La ONLUS Amici dei Padri Bianchi, l’ha sostenuto.  Nel  febbraio 2020,  sono iniziati i lavori.  Il vescovo, puntualmente ci invia dei report in cui via via ci aggiorna sulla progressione della costruzione e sulle difficoltà incontrate.  In particolare, la necessità di costruire la cucina e il dormitorio. Scelta dovuta sia per dare stabilità alla fornitura pasti e garantire accoglienza notturna, sia per i costi elevati dovuti alla bonifica del terreno, all’acquisto di materiale, ai costi di noleggio automezzi e del personale.

Non meno importante è stata l’incertezza nel ricevere finanziamenti. In sintesi le difficoltà incontrate sono state: la stagione delle piogge, il lockdown dovuto al Covid, e non ultima l’elezione del presidente della Repubblica. Tutto ciò ha rallentato e a volte interrotto il lavoro di costruzione  dell’edificio.  Ma grazie ai finanziamenti ricevuti sono stati possibili: la  bonifica del terreno, l’apertura di una carreggiata per raggiungere la strada principale per permettere il passaggio dei mezzi pesanti,  la costruzione in loco dei mattoni, l’acquisto di  cemento, ferri, legno, la  preparazione di una cisterna per raccolta acqua, le fondamenta dei locali ed i lavori di idraulica.

(Mariaeva Coronelli – ONLUS Amici dei Padri Bianchi)

Missione compiuta!

Il progetto dello scavo di un pozzo in aiuto di una comunità di sfollati nel centro del Mozambico è stato realizzato in tempi brevi.

A marzo del 2019  il centro del Mozambico fu devastato dal passaggio del ciclone Idai. Qualche tempo dopo la tragedia, la Onlus Amici dei Padri Bianchi lanciò un progetto di raccolta fondi per andare incontro ad uno dei tanti appelli che provenivano dalla zona dove ci sono 4 comunità di Missionari d’Africa.

A febbraio la Onlus ha deciso che quanto era stato raccolto (più di 10mila euro) sarebbe stato inviato ad una comunità di sfollati nella parte centro occidentale del paese, a Tete, capoluogo dell’omonima provincia. Lì c’è una comunità di Padri Bianchi e il giovane responsabile, padre Hervé Tougma, ci aveva spiegato, a fine gennaio,  la tragica situazione di tante persone:

“…l’accampamento di Chimbonde (500 famiglie, 2500 persone) è stato aperto dall’amministrazione comunale dopo le inondazioni che hanno colpito parte della nostra parrocchia di Matema nel 2019. Scopo: accogliere le famiglie colpite dal disastro che le aveva private di tutto”

Uno dei gravi problemi, scriveva il giovane missionario originario del Burkina Faso, era la scarsità di acqua potabile. “Il nuovo insediamento, che sta diventando una struttura permanente, è stato progettato senza un approvvigionamento idrico adeguato. Al momento l’acqua è fornita dal comune e sgorga da un solo rubinetto. Considerando il numero delle famiglie e vedendo le lunghe code per l’acqua che obbligano tante persone a usare acqua non potabile, ci è venuto in mente di creare una fonte alternativa, trivellando un pozzo per aiutare la gente che vive nel campo. Il costo totale del progetto è stimato in 10mila dollari”.

In conclusione la lettera menzionava due aspetti importanti: la sostenibilità e il contributo locale.

“Questo progetto è sostenibile. Data l’organizzazione locale nel campo, la comunità locale riuscirà ad assicurare le riparazioni e la regolare manutenzione del pozzo. Tutti coloro che usufruiranno di questo pozzo di trivellazione pagheranno una piccola tassa di manutenzione annua.  Inoltre contribuiremo con le nostre capacità di supervisione per la realizzazione e la continuità del progetto. Ci assumiamo anche la responsabilità di fornire un rapporto dettagliato dopo il completamento del progetto.

Dopo qualche ritardo dovuto all’esplosione dell’epidemia di Covid 19 la cui onda lunga ha raggiunto anche il Mozambico, il 7 luglio, padre Hervé ci comunicava via WhatsApp che il progetto era stato portato a termine e inviava i suoi ringraziamenti e quelli della gente di Chimbonde a tutti quanti hanno generosamente contribuito. Aggiungeva che con i soldi avanzati sta facendo costruire due casette per persone che sono rimaste senza niente. 

Mozambico: soccorso agli orfani – Progetto 1-2015

Nato nel 1998 su iniziativa di suor Delfina Tamega, una religiosa mozambicana, il Centro Santi Innocenti ha accolto, seguito, dato un’istruzione a centinaia di bambini ragazzi, dagli orfani della guerra civile conclusasi nel 1992, ai senza famiglia, ai bambini di strada.

Il progetto di sostegno lanciato da padre Claudio Zuccala nel 2010 ha raccolto  più di 120mila euro di offerte. Le donazioni sono state usate per assicurare cibo, igiene personale e istruzione ai giovani ospiti del centro, ma anche per ristrutturare il vecchio stabile e costruire una cucina e alcune aule scolastiche, oltre agli interventi di manutenzione sempre necessari.

Progetto n° 01-2015 – Mozambico
Referente: padre Claudio Zuccala

Mali: un dispensario nel Sahara – Progetto 2-2015

Il progetto è stato lanciato da padre Alberto Rovelli con lo scopo di sostenere il dispensario della missione a Gao, in pieno Sahara.

La zona è tornata sotto il controllo governativo dopo i mesi di occupazione da parte dei miliziani islamisti che hanno saccheggiato la piccola struttura sanitaria, portando via tavoli, sedie, medicinali, il microscopio per le analisi di laboratorio. Sul posto sono rimasti gli infermieri che assistono i malati come possono; ma hanno bisogno di un sostegno economico per garantire cure e assistenza alla popolazione locale, in particolare a donne e bambini.

I tanti benefattori hanno già donato 8.500 euro che hanno permesso di curare trecento persone affette da epilessia. Ma c’era bisogno di aiuto per pagare il salario agli infermieri e per l’acquisto di medicine e strumenti diagnostici.

Progetto n° 2-2015 – Mali – Un dispensario nel Sahara
Referente: padre Alberto Rovelli

Mali: bambini a scuola – Progetto 4-2015

Scopo del progetto: favorire e incoraggiare l’accesso e la frequenza scolastica di base ai bambini e bambine dei villaggi nella regione a Nord-Ovest delle capitale del Mali.

L’aiuto richiesto era  di 5.000,00 €.

Progetto n° 4-2015 – Mali – Bambini a scuola
Referente: padre Vittorio Bonfanti

RDCongo: gli sfollati di Goma – Progetto 7-2015

La città Goma ospita enormi accampamenti nei quali sopravvivono a stento circa 150mila sfollati. Dopo più di 15 anni, né il governo congolese né la missione delle Nazioni Unite sono riusciti (o hanno voluto) a instaurare nel Nord Kivu uno stato di diritto. Nella regione spadroneggiano una cinquantina di gruppi armati in lotta per il controllo delle ricchezze minerarie estratte abusivamente e veicolate di contrabbando nei Paesi vicini, Rwanda in primis.
A differenza del 1994, anno del genocidio, oggi i riflettori sono spenti e quasi nessuno si occupa di queste persone, il cui unico torto è stato di nascere in un territorio troppo ricco di materie prime. I Padri Bianchi lanciano un progetto per aiutare padre Pino Locati alla loro assistenza.

Progetto n° 7-2015 Repubblica Democratica del Congo – Soccorso agli orfani
Referente: padre Pino Locati

2010 – RD Congo – Ricostruire il dispensario

Aboro è una piccola località situata nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo. Negli anni Ottanta tre suore aprirono un centro di salute per partorienti e neonati. Nel 1999 la guerra civile ha distrutto tutto costringendo la popolazione alla fuga. Dieci anni dopo si è deciso di riattivare il centro e lo scorso marzo tre suore hanno ripreso il servizio.

Progetto n° 08-2010 – RD Congo
Referente: padre Pino Locati

2010 – Burkina Faso – Il mulino della speranza

Progetto 6-10 Burkina Faso
Referente: padre Pirazzo Gabriele

2010 – Kenya – Regalare un pulmino ad un parrocchia

Mukuru è una baraccopoli di Nairobi, popolata da operai con salari da 40/60 euro al mese, con baracche senza acqua, luce e servizi igienici. Il precariato regna sovrano, la scolarizzazione ridotta a qualche anno e il tasso di HIV/AIDS altissimo. In sei centri della baraccopoli la parrocchia di St Mary’s promuove opere sociali, formative ed educative.

Progetto 12-10 Kenya
Referente: padre Luigi Morell

 

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