Padre Luigi Morell, ritornato da poco in Sudafrica, ci manda qualche notizia sull’animazione vocazionale in quel Paese. I Padri Bianchi sono presenti in quello  Stato da quasi cinquant’anni ma, a tutt’oggi, nessun sudafricano è entrato nella nostra Società missionaria.
Sembra un paradosso visto che proprio in Sudafrica è sorto un centro di formazione per giovani che si preparano ad entrare nei Missionari d’Africa anche se questo non vuol dire che siano mancati i tentativi di cercare candidati tra la gioventù sudafricana. 

L’animazione vocazionale in Sudafrica é affidata a padre Konrad Millanzi, un tanzaniano, da due anni coadiutore nella parrocchia di Henley nella diocesi di Durban, dov’e arrivato fresco di ordinazione. Konrad ha messo un inserto vocazionale sui social media qui in Sud Africa e nei paesi vicini, quali Lesotho, Swaziland e Zimbabwe. Visita anche parrocchie e, spesso, scuole e partecipa agli incontri per giovani organizzati in diverse diocesi.

Quando viene contattato da qualche giovane interessato, inizia una dialogo in genere attraverso i social media. Se il giovane è serio riguardo al suo cammino di ricerca, Konrad visita la famiglia e la parrocchia di provenienza in modo da mettere in chiaro alcuni aspetti fondamentali, quali lo stare insieme ad altri  e l’essere missionari, cioè l’essere mandato in altre nazioni (questa é una dimensione non facile per i giovani sudafricani).

Finita la maturità, (qui chiamata Matric) normalmente ci sono dei periodi di attesa prima di poter intraprendere altri percorsi. Il giovane viene invitato a passare qualche giorno in una comunità di padri bianchi e padre Konrad può intraprendere un dialogo più approfondito. Durante i successivi incontri, il giovane viene invitato con altri come lui che provengono sia dalla scuola che dall’università o da altre situazioni.

Quando il giovane mostra l’intenzione di fare una richiesta concreta di entrare tra i Padri Bianchi, padre Konrad esamina la situazione con il consiglio provinciale che emette il proprio parere in proposito. Se positivo, il giovane è avviato alla prima fase della formazione, cioè la filosofia.

Normalmente un paio di anni sono passati dal primo contatto e nel frattempo la dimensione vocazionale è stata verificata, tenendo conto del giovane, della sua famiglia (che a volte si oppone) e dell’impegno ecclesiale.

È normale che durante questo processo alcuni giovani si orientino differentemente quando confrontati con le richieste concrete della vita missionaria. Altri perseverano e continuano.

Questo ci permetterà di estendere la chiamata missionaria anche ai sudafricani, dato che al momento non c’é nessun sud africano tra i confratelli padri bianchi.