Dal Brasile la notizia della morte di padre Nazzareno Benacchio

Se ne è andato pacificamente, nel cuore della notte di lunedì 16 novembre, a Itapeva, nel suo amato Brasile, il più longevo dei Padri Bianchi italiani, Nazzareno Benacchio, alla rispettabilissima età di 98 anni.

Si trovava nell’immenso Paese sudamericano da 45 anni, dopo una dozzina d’anni nel Congo, dove era arrivato nel 1961.

Originario di San Nazario, comune di Valbrenta, provincia di Vicenza ma diocesi di Padova, Nazzareno è ordinato sacerdote il 30 giugno 1948 e dopo vari anni in Italia nelle case di Parella, Treviglio e Castelfranco parte per il Congo (ex colonia belga) che era diventato indipendente da pochi mesi.

Nel 1975 approda nella patria del calcio e della samba, il Brasile appunto, dove rimarrà fino alla fine dei suoi giorni. Due anni fa, rientrato in Italia per celebrare il suo 70° di sacerdozio (qui invece lo si vede festeggiato nella sua parrocchia di Itapeva, São Paulo) disse che quello sarebbe stata l’ultima visita alla sua patria d’origine e che tornava nella sua patria adottata (il Brasile) in attesa dell’ultima chiamata. Che è arrivata due giorni fa.

Siamo sicuri che il padrone di casa lo ha accolto a braccia aperte dicendogli: “Bene, servo buono e fedele, entra e prendi parte alla gioia del tuo padrone”.

CENNI BIOGRAFICI

Padre Nazzareno Benacchio è nato il 25 dicembre 1922, da Rodolfo Benacchio e Maria Scotton, a San Nazario, paesello della provincia di Vicenza e Diocesi di Padova (Italia). Aveva una sorella, Celina, che si è fatta religiosa ed è morta nel maggio del 2000, due mesi prima di compiere i cento anni. Attualmente, ancora vivente, c’è un altro fratello di nome Giuseppe, di 92 anni, che è prete diocesano.

Ancora ragazzo entrò nel seminario minore vescovile a Thiene dove intraprese gli studi delle medie e del ginnasio e completò gli studi liceali nel seminario vescovile di Padova. Fu in quei seminari che maturò la sua vocazione missionaria ed entrò tra i Missionari d’Africa (Padri Bianchi). L’11 novembre 1945 fece la sua vestizione e iniziò il noviziato a Rado (Vercelli), continuò con gli studi teologici a Parella (Ivrea) dove pronunciò il suo giuramento il 18 settembre 1947 e fu ordinato diacono il 20 settembre 1974. Venne allora inviato in Tunisia per terminare i suoi studi. Là fu ordinato sacerdote il 30 giugno 1948.

Ricevette l’incarico di animatore missionario per la Chiesa italiana, con sede dapprima a Parella, poi a Treviglio (Bg) dal 1953, e in seguito, dal 1958, a Castelfranco Veneto (Treviso). Nel 1960 fu destinato alla Missione in Africa, nello Zaire (oggi R.D.Congo), dove fu inviato nella missione di Matanda, diocesi di Goma. Successivamente  esercitò il suo ministero a Birambizo e a Karambi. Rientrò in Italia  nel 1967 per partecipare agli esercizi spirituali e nel 1970 per cure mediche. Una progressiva deformazione della colonna vertebrale lo costrinse a rientrare definitivamente in Italia nel 1974.

Nei 14 anni di permanenza in Zaire si era impegnato anche nell’ambito sanitario: per una popolazione di circa 200.000 abitanti priva di qualsiasi cura medica, fondò diverse postazioni di cure mediche e un ospedale a Birimbizo.

Non riuscendo più ad adattarsi alla mentalità fredda e borghese di una parte del clero italiano, Padre Nazzareno scelse di realizzare la sua vocazione missionaria in Brasile, nella regione di San Paolo, nella parrocchia di Piedade, diocesi di Itapeva. Il cortile della parrocchia era uno terreno di pascolo per capre e cavalli. Il suo primo progetto fu di unire i fedeli con un’opera di ingrandimento della chiesa parrocchiale. Mancavano locali per radunare giovani e bambini. Si costruirono prima 4 aule per il catechismo e poi altre 7 per i bambini. Mancavano spazi ricreativi: si allestì un campo sportivo tutto illuminato e un altro per i giochi dei bambini.

Oltre alla parrocchia di Piedade, padre Nazzareno ha fondato la parrocchia di São Roque a Jardim Maringa Itapeva. Lì organizzò diverse comunità come Vila Boa, Bairro Braganceiro, Cepap, Bairro Itaoca, e molte strutture per la parrocchia. Era un missionario dinamico e insieme alla gente costruì pure una bellissima cappella di Nossa Senhora de Fatima, nel villaggio che porta lo stesso nome. E’ stato anche responsabile delle comunità di Jardim Imperador e Jardim Bela Vista.

Padre Nazzareno ha abbracciato la causa delle favelas di Pilão Água e ha svolto un ruolo decisivo nella costruzione delle case di Vila Mariana. In tutte le sue azioni continuava a incoraggiare sempre più i suoi fedeli ad aiutarsi a vicenda.

Credendo nel potere della comunicazione  come mezzo di evangelizzazione, ha lottato fino a quando è riuscito a portare la trasmissione in rete nella regione: Rede Vida e Canção Nova. Ispirato dalle idee di don Bosco che valorizzava lo sport e il tempo libero come mezzo di evangelizzazione dei giovani, riuscì a costruire il centro sportivo a Jardim Cimentolandia, il più grande centro ricreativo della città. Ha organizzato e incoraggiato più di 20 gruppi biblici. Diceva che questo era il modo migliore per cristianizzare soprattutto le famiglie. Se c’era qualcosa che catalizzava le sue energie, ma anche quelle di tante persone, era proprio il suo amore per i più bisognosi e per gli ammalati che visitava sempre nelle loro case. Nel luglio del 2018 ha festeggiato  in Italia i suoi 70 anni di sacerdozio.

Padre Nazzareno ha vissuto per 73 anni come missionario e sempre attivo fino all’ultimo momento. Ci ha lasciati a 98 anni il 16 novembre 2020 ed è stato sepolto a Itapeva (Brasile).

Giovanni Castagna

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