Tre giovani confratelli Padri Bianchi, rispondono generosamente all’invito della conferenza Episcopale nella persona del vescovo di Marakal e all’appello del Consiglio generale per una nuova ripartenza della presenza dei Missionari d’Africa, Padri Bianchi in Sud Sudan, il più giovane Stato nel mondo, teatro di guerre e violenze, conm l’esodo di milioni di rifugiati nella vicina Uganda.

Il mese di luglio 2019 il nuovo vescovo di Malakal, il p. Stephen Nyodho Ador in visita a Roma, è passato per la casa generalizia per sollecitare un aiuto di personale per la sua diocesi, rinnovando l’invito alla Società dei Missionari d’Africa per una presenza missionaria nel Sud Sudan, dove alcuni confratelli erano già passati negli anni 80, ma senza insediarsi.

Luglio 2011: nasce il Sud-Sudan. Euforia e speranza nella popolazione

Il Sud Sudan è diventato Stato indipendente il 9 luglio 2011 con un referendum a cui ha aderito il 98% della popolazione che ha celebrato la nascita delle più giovane nazione al mondo con euforia e entusiasmo nella speranza che dopo anni di lotte e sacrifici fosse arrivato il tempo di una pace duratura, di libertà e di prosperità.

Euforia e speranza di corta durata. Infatti nel 2013, a pena due anni dopo l’indipendenza,  è scoppiato il conflitto tra i sostenitori del presidente Salva Kiir di etnia Dinka, e quelli del vecchio capo di stato Riek Machar di etnia Nuer., , conflitto che ha causato la morte di più di 400.000 persone e più di 4.000.000 di persone costrette a d abbandonare le loro terre.

Nel 2018 è stato firmato un accordo per mettere fine alla guerra e nel febbraio 2020 i due schieramenti politici si sono accordati per formare un governo di unità nazionale, di transizione con Kiir come presidente e Machar all’opposizione, ma ad oggi non ci sono risultati concreti e le violenze si susseguono anche nei confronti delle autorità religiose.

Sud-Sudan: Campo rifugiati

Il messaggio del Consiglio delle Chiese del Sud Sudan denuncia   “la violenza endemica tra le etnie, gli omicidi per vendetta, l’accaparramento delle terre e il traffico di bambini”, sono fatti che “non solo non hanno favorito la pace, ma hanno pure ritardato lo sviluppo socio-economico del paese”.

Da qui l’esortazione delle chiese sudanesi  alle forze politiche a mettere in pratica l’accordo di pace per ridare stabilità al paese. La chiese da parte loro garantiscono il loro impegno a sostenere la pace, la giustizia, il perdono e la riconciliazione nel paese. Un incoraggiamento ecumenico, 10 anni dopo l’indipendenza. La speranza delle chiese del Sud Sudan è che il secondo decennio dell’indipendenza del Sud Sudan sia una nuova partenza  di libertà e prosperità per tutti… un’occasione per porre fine alla miseria della gente e al sabotaggio del nostro stesso avvenire e della nostra comune prosperità.  “Mai più il nostro popolo sarà vittima, senza pietà, delle nostre stesse mani”.

La delegazione col Superiore Generale dei Missionari d’Africa in visita nel Sud-Sudan

Una delegazione comprendente il superiore generale dei Missionari d’Africa, P. Stanley Lubungo, l’assistente generale P. Martin Grenier e il provinciale del’EAP, P. Aloysius Ssekamatte (Provincia dell’Africa dell’Est) nel marzo 2020 si è recata sul posto con un messaggio di solidarietà. Eretta nel 1974, la diocesi di Malakal si trova la regione del Grande Nilo superiore. Un vasto territorio di 238.000 km2 popolato da più di 5 milioni di persone, di cui circa 1.000.000 di cattolici. Di ritorno a Roma, dopo la condivisione di quanto sentito e visto il Consiglio Generale ha lanciato un appello urgente a tutti i candidati in teologia (Padri e fratelli) per la Missione in Sud Sudan, appello esteso a tutti i confratelli in una lettera del 28 novembre 2020 pubblicata sul Petit-Echo.

Cletus Atindaana, Innocent Iranzi et Jean Dieudonné Mohamadi Nare tre giovani confratelli Missionari d’Africa, hanno risposto generosamente all’appello per una presenza dei Padri Bianchi nel Sud Sudan. Il 19 ottobre scorso sono arrivati a Juba, accolti da P. Jim Green, già sul posto impegnato nell’associazione Solidarity  with South Soudan

Cletus, Innocent et Jean Dieudonné inizieranno con l’apprendimento dell’arabo nella parrocchia di Cristo-Re a Renk e in seguito raggiungeranno la parrocchia S. Paolo a Bor, nello Stato di Jonglei.

Viva è la speranza che la Missione in Sud-Sudan possa avere uno sviluppo significativo e che altri confratelli rispondano generosamente all’appello di operai nell’abbondante messe di questo martoriato paese.