P. Michele Vezzoli
“Il mio Paese è dove sto con il mio Signore…”

Il 30 agosto 2023 P. Michele, ormai da mesi allettato e sovente, almeno in apparenza assente,  nella RSA Matri, Casa di riposo a Urgnano, ci lasciava.
L’anno scorso, il 2 luglio, avevano celebrato i suoi 50 anni di vita missionaria, con tutti gli ospiti della Casa di Riposo.
Nato il 27/10/1940 a Coccaglio (BS), membro di una famiglia numerosa di 14 figli/figlie di papà Giulio e mamma Lucia, Michele frequenta le scuole elementari a Coccaglio.
Nel 1952 entra in seminaro dai Padri Bianchi a Parella, dove rimarrà fino alla fine della Filosofia nel 1962.
Dopo il servizio militare, nel 1967 entra all’anno di noviziato dei Padri Bianchi a Gap (Francia) e in seguito allo scolasticato di Londra per la Teologia. Ordinato sacerdote a Milano a  giugno de1972, al mese di settembre raggiunge l’Uganda.
A Mugalike impara la lingua locale, per poi raggiungere la diocesi di Hoima, alla parrocchia di Kakindo, da dove, dopo solo un anno, deve partire per ragioni di salute.
Dal 1974 al 1979 è in Italia oer cure mediche.
Dopo aver frequentato la sessione di Gerusalemme, nel mese di luglio 1979 ritorna in Uganda, a Muhorro, appena eretta a parrocchia. Grande quanto la provincia di Bergamo era abitata allora da circa 45.000 abitanti  di tre etnie diverse, di cui più della metà cattolici, dispersi in capanne costruite nel mezzo dei campi, nascoste da una folta vegetazione.

P.  Michele si rimbocca le maniche per ricostruire la Chiesa e la strutture parrocchiali saccheggiate da soldati, e ridare vita alla comunità, rimasta per parecchio tempo senza guida. Qualche tempo dopo P. Michele scriveva: “Siamo sperduti nella boscaglia… Io sto bene e sono contento… Il nostro problema qui non sono i numeri bassi dei praticanti, ma i numeri troppo alti. Troppi battesimi, troppe confessioni, troppe comunioni, troppa gente che vuole la s. Messa: non sai più da che parte girarti…”
Nominato a Usuk, nella diocesi di Soròti nel 1985 scriveva: “Qui la situazione è disperata. Siamo in una zona controllata dai “ribelli”. Metto queste parole tra virgolette, perché sarebbe meglio chiamarli “banditi o criminali”, ex soldati, disertori e criminali di ogni genere…”
Rientrato in Italia il mese di settembre 1988, inizia per P. Michele un lungo periodo di vita missionaria (17 anni) nella formazione.
Al 1° ciclo di Verona (1985_1991,. in Zambia (1983-1988), nelle Filippine  (1989-2008)  e, dopo  alcuni anni come Economo alla Casa Generalizia di Roma, nella Repubblica Democratica del Congo, a Kinshasa. (2015-2018).

P. Michele in ita con alcuni novizi di Kassama (Zambia)

Un confratello responsabile del noviziato con P. Michele in Zambia così scriveva: “Noi siamo qui per essere testimoni dell’amore del Padre, per testimoniare le meraviglie del suo amore… Qui sta la ragione profonda del noviziato e di quanto in esso si vive. Qui sta la convinzione che cerchiamo di condividere con gli studenti perché a loro volta siano testimoni”

Nel 2018 per problemi di salute rientra definitivamente in Italia nella comunità di Treviglio….  L’aggravarsi della malattia, hanno reso inevitabile il ricovero nella casa di riposo di Urgnano nel 2021.
Spulciando alcuni numeri della rivista AFRICA, ho trovato questa riflessione di P. Michele sulla sofferenza, che testimoniano la profondità della sua vita missionaria: “…Da sempre combattiamo con tutti i mezzi la “sofferenza”… , ma tutti i giorni dobbiamo dirci sconfitti, la sofferenza talvolta emerge da quelle cose stesse che dovrebbero distruggerla…   Nella lotta alla sofferenza dimentichiamo l’uomo che soffre. Non esiste la “sofferenza”, se esistesse faremmo bene a seppellirla… ma non c’è: ci sono “soltanto” uomini e donne che soffrono….  Oggi la Chiesa deve risvegliare tutta la sua fede e gridare a tutti una parola di speranza fondata sulla croce. Dobbiamo avere il coraggio delle cose inutili…   Dire a tutti che un barlume di fede, di coraggio, di amore valgono più di ogni cosa…  Così è, in Cristo. Perché? Non ve lo so spiegare, ma lo credo”.

Grazie Michele per essere parte della nostra vita.

Grazie a Dio per averti dato come compagno di viaggio… continua ad accompagnarci con la tua intercessione e preghiera da presso Dio.!