Riflessioni sulla maschera simbolo della società agricola Bambara

Nella cultura bambara quando  qualcuno deve  parlare del carattere degli uomini racconta una favola che abbia come protagonisti  gli animali. Questo modo di fare è conosciuto anche da noi; spesso però il significato dato allo stesso animale può capitare che sia  molto diverso tra la nostra e la cultura bambara.

Un esempio, se  dici a qualcuno che è un coniglio, non gli fai davvero un buon complimento, ma se lo dici a un bambara quello si sentirà onorato, perché il coniglio nelle favole africane appare sempre sfavorito sul piano della forza fisica, ma in quanto a furbizia è insuperabile: il coniglietto è debole, ma furbo e la sua  furbizia lo salverà sempre nelle situazioni difficili della convivenza tra animali.   

Vorrei descrivere brevemente la maschera bambara  “Ciwara” , il nome di una gazzella della savana maliana. Mi chiedo perché i coltivatori bambara  l’abbiano scelta come  loro simbolo.

 Non pretendo di dare le migliori interpretazioni dalla loro scelta, ma alcune vale la pena ricordarle.

Osservando il comportamento di questo animale, il suo aspetto, i coltivatori bambara hanno saputo costruirsi  una visione molto positiva della vita, si sono  dati delle regole per un comportamento bello, virtuoso.

La Gazzella è un bel animale, agile, fedele alla compagna e alla prole, lo scultore rappresenta la gazzella madre portando il suo piccolo sul dorso, inseparabili; il suo occhio grande,  è quello di un animale che registra le esperienze: si ricorda dei luoghi dove può trovare acqua per dissetarsi;  sa stare lontana dai pericoli; il suo muso allungato, sottile gli permette di riconoscere  e scegliere le erbe buone da quelle cattive, il suo fiuto non la inganna; si accontenta di poco, è sempre agile, in forma diremmo oggi; ha delle zampe sottili, ma agilissime; porta due corna, unica sua difesa, che sono simbolo di una grande realtà della vita: la realtà  in cui viviamo ha sempre due facce, siamo tutti mescolati di bene e di male,  di bontà e di cattiveria, di verità e di falsità, di luce e di tenebra,di vita e di morte, ma  anche capaci di governare questa realtà con la ragione e il cuore. I Bambara quando scolpiscono la maschera Ciwara ricordano un po’ tutto questo.

Le due corna sono sempre molto lunghe, quasi il doppio del resto della statua, (nella vita  saremo sempre e tutti confrontati con la doppia faccia della realtà, dovremo fare uso della ragione per scegliere bene); le due corna sono piantate su una testa, anche quella sproporzionata, con un muso lungo sottile, un naso che non finisce più, gli occhi nemmeno scolpiti sono sostituiti dalla fronte; sono tutti particolari che ricordano che  l’uomo non è in balia del destino o di forze oscure, ma guidato dalla ragione. Il torace poi è davvero scolpito con cura è immenso e traforato: é la sede del cuore e dei polmoni, da questi organi l’uomo attinge respiro e sentimenti, l’amore.

Il tutto poggia su quattro zampe molto preziose in caso di fuga, ma a questa parte del corpo lo scultore non da’ molta importanza : la parte materiale della persona umana ritornerà alla natura, ma quella spirituale seguirà il cammino della vita dove ritroverà gli antenati.