Masindi, nord-ovest Uganda, “Blessed Damian School”: alla quiete quasi mistica della messa per le novizie risponde il ritmo deciso dei tamburi percossi dai bambini
«La musica è un’attività terapeutica per i ragazzi, soprattutto per quelli che vengono da Paesi in guerra», dice padre Jean Le Vacher, un Padre Bianco francese di circa ottant’anni che, dopo aver vissuto in diverse missioni del nord est africano e in Algeria, si è trasferito a Masindi per dedicarsi all’istruzione dei ragazzi e alla formazione delle novizie.
Questa scuola è un piccolo Eden nato nel 1995 per dare pace alle vittime del conflitto sudanese (1983-2005): «In piena guerra civile, Mons. Paride Taban, vescovo di Torit (attuale Sud Sudan), portò a Masindi bambini e ragazzi provenienti dai Monti Nuba per salvarli dalla guerra: bambini soldato, orfani, vittime di traumi e violenze. Ha scelto questo luogo perché c’era una comunità di suore ugandesi che potevano aiutarlo. Accanto alla scuola vi è infatti il noviziato», spiega con voce pacata padre Jean.
Così, dalla collaborazione tra Padri Bianchi e Missionary Sisters of Mary, Mother of Church, è nata prima la scuola elementare (1995), poi le medie (1999) e ora l’asilo (2013).
Padre Jean aveva rifiutato un posto di insegnante in un’altra missione: «Ho preferito dedicarmi alla crescita spirituale delle giovani che vogliono diventare suore, perché credo che sia fondamentale “moltiplicare” le figure che potranno aiutare un domani. Se qui non ci fossero state le Suore, molti ragazzi non avrebbero avuto un futuro».
Spiega la direttrice, Suor Candia M. Grace: «Grazie ai Padri Bianchi, ai missionari di Mill Hill e al nostro istituto religioso, la struttura è cresciuta. Ora abbiamo una clinica che serve tutto il distretto e una fattoria che ci permette di nutrire tutti i ragazzi e di vendere qualcosa per sostenerci». Mancano ancora alcuni servizi fondamentali: «una mensa, per esempio: i ragazzi mangiano sotto gli alberi. E delle classi per la quinta e la sesta superiore».
Oggi, la Blessed Damian School ospita seicento studenti, provenienti da Tanzania, Kenya e Congo, oltre che dal Sudan e dal Sud Sudan. Ma il punto di riferimento di tutti è sempre padre Jean: il Father che, con la sua jeep arancione, si ferma sempre per salutare i contadini e scambiare due parole con i negozianti. Amato e rispettato da tutti, come fosse il papà di tutti.
Valentina Milani