Mi trovavo in un villaggio della savana del Mali; era la stagione secca l’harmattan soffiava dal deserto, portando sabbia e freddo. Attorno al fuoco c’erano i nipotini di Jean Djiguiba, impazienti di ascoltare dal nonno l’ultima favola della serata..
Ecco cosa raccontò quella sera.

p. Alberto Rovelli

C’erano una volta due cardellini appollaiati su uno albero di meringa: uno si chiamava Cip e l’altro Ciop. Cip aveva fatto il suo nido in alto per godersi il panorama e prendere il sole; Ciop aveva trovato un posticino tra il tronco e un bel ramo al riparo dal vento e nascosto dalla vista di uccelli rapaci.

Ogni mattino quando il sole, aveva appena spazzato via l’ oscurità della notte, Cip si svegliava e iniziava a cantare a squarciagola la sua gioia di vivere, e diceva: “ Sarà una bella giornata anche questa e prenderò il mio tempo per guardare tutte le cose belle che il sole sta illuminando come per esempio l’abito di questo albero che mi offre ospitalità; le sue foglie sembrano di seta e il loro colore verde chiaro mi invitano alla speranza …”

Ciop l’uccellino del piano di sotto invece si svegliava solo quando il sole era già alto e perdeva quel momento magico dell’alba quando tutta la natura si risveglia.

Una mattina però non erano sfuggite a Ciop le ultime parole di Cip: “ … le foglie del nostro albero sono di seta verde chiaro …” A quelle parole Ciop reagì nel suo cuore, parlando a se stesso disse: “ Che stupida canzone è mai questa, le foglie del nostro albero non sono né di seta né di colore verde chiaro … “ Quella mattina però non disse nulla ad alta voce e poi trovandosi in ritardo non aveva tempo da perdere con Cip.

Siccome Cip iniziava la sua giornata sempre con questa canzone dopo alcune settimane Ciop ne ebbe l’animo esasperato e pieno di rabbia esplose: “ Stupido uccello, cambia canzone! Non vedi che le foglie non sono di seta e ancor meno sono di colore verde chiaro? Non vedi che sono di colore verde scuro e rassomigliano a tegole! Ed ora se non la smetti salgo a darti una lezione”!

Cip non ci fece caso, continuò a cantare, …. Ma Ciop non sopportava più quel canto e senza far rumore salì a dare una lezione a quel moccioso di Cip. Incominciarono a beccarsi, persero piume, mancò poco che ci rimettessero un occhio; poi Cip ebbe ancora la voglia di dire: “ Un po’ di calma fratello, guarda anche tu se le foglie piene di sole non sembrano di seta e se non sono di colore chiaro …”

Ciop almeno questa volta ascoltò e guardò … effettivamente le cose stavano come diceva Cip … Ciop si fece silenzioso e nel silenzio trovò anche lui una parola nuova: “ E’ vero fratello, è come dici tu … Ma ora anche tu vieni a casa mia, spiegami perché io vedo foglie che sembrano tegole di colore verde scuro”!

Cip scese a casa di Ciop e vide che anche Ciop aveva ragione. Cip e Ciop non seppero mai spiegare perché le cose stessero così, ma divennero amici perché portavano nel loro cuore quella parte di verità scoperta andando a casa dell’altro.

Autore: Anonimo africano