Aspettando la Pasqua a Kinshasa

Padre Alberto Rovelli è a Kinshasa, la capitale della R.D.Congo, da qualche settimana.  Avrebbe voluto mandare questo suo contributo prima della Quaresima ma , come scrive testualmente, “siamo (senza internet) da due settimane a causa di un fulmine che ci ha messo fuori gioco il modem … tra il tempo di scoprire il danno e il tempo di trovare un altro modem ci sono voluti quindici giorni!” 

 

Padre Alberto a Bukavu alcuni giorni prima della sua partenza per Kinshasa

Dal 14 gennaio mi trovo a Kinshasa nel Centro di formazione per aspiranti missionari d’Africa: ci sono 33 giovani pieni di entusiasmo, basta vederli sul campo di calcio o quando innaffiano l’orto.

I miei confratelli, affidandomi l’incarico di coordinare il lavoro manuale, mi hanno fatto un bel regalo: senza voler strafare cerco di tenere l’orto pulito dalle erbacce e soprattutto dai rifiuti plastici; cerco di comunicare ai giovani questa attenzione ecologica spiegando che se non ci difendiamo da questi rifiuti li avremo come veleni nel piatto.

La mia giornata è suddivisa così: al mattino presto sono in cappella con i confratelli e i giovani; dopo colazione i  giovani sono all’Università; io vado nell’orto fino a mezzogiorno e certi giorni si suda! Sono felice di dare una mano per rinnovare la piantagione di manioca, a pulire le gabbie dei conigli o riempire le concimaie con rifiuti organici e erbe di ogni tipo. Dopo pranzo, e dopo la siesta sono in ufficio.

Oggi abbiamo iniziato la quaresima e mi sono chiesto: “Che tipo di Quaresima sarà la mia quest’anno? La croce, tracciata sulla  mia fronte con l’imposizione delle ceneri, mi invita a non barare con la vita,  con gli impegni di ogni giorno, soprattutto a non abbassare il livello di guardia, a non dare ascolto allo scoraggiamento di fronte alle lentezze nel processo di pace per il Congo e per altre guerre ma ad essere un piccolo segno di speranza, perché la croce è solo una  tappa, obbligatoria, che ci prepara a vivere con Gesù la sua vittoria di Pasqua.

L’altro giorno ho ricevuto un incoraggiamento dai seminaristi. In comunità ci siamo chiesti cosa vogliamo togliere alla nostra mensa per fare della Quaresima una piccola condivisione con i più poveri. Abbiamo un menu semplice, però buono: un piatto unico che fa da primo e da secondo e di tanto in tanto un frutto, eppure siamo riusciti a togliere dalla nostra tavola il valore di quasi 500 euro.

Non è molto, non risolveremo il problema della fame, ma questi giovani erano felici di privarsi di qualche cosa.

I giovani esperimentano un’allegria profonda  quando fanno scelte belle, condivise dal Signore; questo è un anticipo piccolo e non ancora definitivo, della gioia di Pasqua: la vittoria di Gesù sul male e la morte.

Con questo auguro a tutti buona  Quaresima per fare buona Pasqua e risorgere con Gesù. Vi auguro di incontrarlo nei sacramenti e nella comunità  cristiana dove viviamo. Avremo la conferma che vivere una vita buona, sobria, attenta agli altri più che a noi stessi è un’ottima alternativa al vivere sempre in ansia per non riuscire a consumare/possedere le ultime novità dei centri commerciali.

Tantissimi auguri. Alberto

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