Nuove cifre allarmanti arrivano dalla Repubblica Democratica del Congo: in soli due mesi, proprio a causa del conflitto in corso nel nord-est del paese, circa 200.000 persone sono fuggite in Uganda. Il grido di allarme è stato lanciato dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr): gli scontri, che oppongono le etnie Lendu agricoltori, e Hema, pastori, hanno causato alcune decine di morti. Durante una conferenza stampa a Ginevra, l’Unhcr ha reso annunciato che la settimana scorsa, in soli tre giorni, almeno 22.000 rifugiati congolesi hanno attraversato il lago Alberto in direzione dell’Uganda per sfuggire alle violenze. Oltre a tutte queste persone ci sono altre migliaia di rifugiati che si sono radunati sulle sponde del lago in attesa di poter compiere la stessa traversata.

Tutte queste persone fuggono dalle terribili violenze interetniche e dagli scontri tra gruppi armati e forze militari nella provincia dell’Ituri, nel nord-est del paese. In fuga dalla loro nazione cercano rifugio in Uganda, dove il governo locale fatica a mantenere l’ordine e a garantire l’accoglienza. L’Alto commissariato per il rifugiati delle Nazioni Unite, non da poco, ha sottolineato la sua “tristezza” alla notizia della morte di quattro rifugiati congolesi annegati dopo il naufragio della loro imbarcazione; altre due persone avevano perso la vita nel corso di una disputa esplosa quando i rifugiati stavano per imbarcarsi.

La maggior parte delle persone che scappano verso l’Uganda attraversa il lago Alberto a bordo di piccole canoe e barche da pesca strapiene per arrivare dopo dieci ore di viaggio a Sebagoro, un villaggio situato a 270 chilometri al nord-ovest di Kampala, la capitale dell’Uganda. Migliaia di persone provenienti dal Nord-Kivu sono in fuga verso l’Uganda per via terrestre e arrivano a Kisoro: in totale sono 39.000 i congolesi che dal 19 dicembre scorso si sono diretti verso l’Uganda, 34.000 da gennaio, precisa la portavoce Katerina Kitidi. Il paese africano conta quattro milioni di persone costrette a trasferirsi, di cui 1,7 milione nell’anno 2017, secondo le stime degli umanitari.

Ricordiamo l’appello di Papa Francesco ad aderire ad una “speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della Prima Settimana di Quaresima. La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan. Come in altre occasioni simili, invito anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune”.

Fonte: L’Osservatore Romano